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For ever, o quasi.
Guida per la cura dei tuoi capi: il lavaggio.


Lucca,

Ti è mai capitato di dover dire addio a uno dei tuoi capi preferiti per colpa di un lavaggio sbagliato? Non preoccuparti, nulla è più vero del classico detto sbagliando si impara.
Grazie ai miei errori e ai consigli di persone con molta più esperienza di me, incontrate in questi anni di ricerca, ho imparato a prendermi cura dei miei capi.
In questa lettera affronteremo uno ad uno i passaggi che ti faranno tornare indietro di molti anni, a quando non si buttava via niente e i capi dovevano durare per sempre, o quasi.

Il maglione di lana

Per lui ti consiglio il lavaggio a mano in acqua tiepida, sempre alla stessa temperatura perché la lana teme lo sbalzo di calore. Usa un sapone delicato (meglio ecologico) o di Marsiglia. Al posto dell’ammorbidente usa l’aceto di vino bianco. Ne basterà mezzo bicchiere per una bacinella di acqua da aggiungere solo all’ultimo risciacquo (servirà anche a ravvivare i colori). Togli l’acqua in eccesso strizzando il capo con le mani senza torcere e poi ancora con l’aiuto di un asciugamano. lo lo lascio riposare steso in piano fino a che non è completamente asciutto. Se hai una lavatrice moderna con il lavaggio dedicato puoi impostare una temperatura costante a non più di 30 gradi senza centrifuga. Però ricorda che la tua delicatezza non si può sostituire.
Solitamente la lana è la fibra più delicata ma se hai un maglione in cotone puoi svolgere lo stesso procedimento.

Il tessuto di lana

Se hai un pantalone, una gonna o un abito in tessuto di lana, o fresco di lana, probabilmente l’etichetta dirà che vuole il lavaggio a secco. Se il capo è già stato lavato in acqua puoi procedere anche per il lavaggio a mano, prima provando su una piccola parte per vedere come reagisce il tessuto e il colore. Altrimenti te lo sconsiglio perché potresti far restringere il capo e rovinarlo per sempre.
Se si tratta di una giacca o di un cappotto segui le indicazioni dell’etichetta, ti porteranno verso la lavanderia. Basta portarlo una volta a fine stagione prima di riporlo nell’armadio.
Ma se vuoi dargli una rinfrescata veloce puoi usare un panno umido (o un guanto di Eco Darling agli ioni d’argento) da passare sulle parti interessate. Concludi con una spruzzata di vapore con un ferro verticale e un protettore profumato per tessuti. Dopo aver messo il capo ad asciugare all’aperto sarà come nuovo e potrai rimandare la lavanderia.
Se hai una giacca in pelle da rinfrescare puoi passare il panno con una spruzzata di spray dedicato come il leather spray di Stanhome. La renderà più morbida e lucida. Ma attenzione, non funziona sul camoscio, solo la lavanderia potrà aiutarti.
Le giacche possono essere anche di cotone, viscosa, lino o seta, ma hanno tutte in comune lo stesso trattamento, il lavaggio a secco. Sono capi strutturati e se si bagnano rischiano di perdere la loro forma e di ritirarsi.

Il cotone

Io lavo a mano anche lui, ma puoi essere tranquilla se vuoi metterlo in lavatrice. Che sia una camicia, un pantalone o un abito non dovresti avere problemi con un lavaggio a 30 gradi e centrifuga non troppo alta, a meno che l’etichetta non dica il contrario. Ottimo per i Levi’s, meno per pizzi e merletti, che affido solo alle mie mani.
Stai attenta ai colori, dividi i chiari dagli scuri anche se lavi a mano. Se un capo perde colore lo vedi solo quando il danno potrebbe essere già stato fatto. E rovescia i tuoi capi prima di metterli in lavatrice.

Il lino

Se di giacche abbiamo già detto tutto, in lino vengono realizzati anche pantaloni, camicie e abiti. I capi leggeri e impalpabili in lino sono diversi da quelli più strutturati, e magari foderati, come potrebbero essere gli abiti. Qui entra in gioco l’etichetta che ci dirà come procedere, ti dico già che la maggior parte dei lini strutturati chiede il lavaggio a secco. Il lino soffre molto le temperature alte perché tende a ritirarsi e a rimanere spiegazzato. Quindi se è consentito il lavaggio a mano ti consiglio un bagno veloce in acqua tiepida, strizzando il meno possibile e via ad asciugare. Quando è ancora umido, con il ferro da stiro a vapore insisti sulle pieghe, sono ostinate.

La seta

Merita un capitolo a sé perché è una delle fibre più delicate che esistano e non vuole quasi mai essere lavata in acqua. Ti dico un segreto, io i capi chiari li lavo in acqua con sapone delicato, e delicatamente elimino l’acqua in eccesso senza torcere, poi li appendo. La seta asciuga molto velocemente e si secca, prima che sia completamente asciutta passo il ferro da stiro a vapore con la soletta di protezione. In questo modo tornerà morbida come prima.
Se la seta è colorata è molto probabile che perda colore quindi ti consiglio il lavaggio a secco. Se, invece, i capi sono già stati lavati in acqua, e quindi leggermente scoloriti, un bagno in acqua fredda e aceto potrebbe ravvivarli. Stesso discorso vale per la viscosa, meno delicata della seta ma se colorata tende a perdere colore quindi attenzione, fai una prova prima di procedere al lavaggio completo.

Quindi la prima cosa che ti consiglio di fare è capire con che capo e tessuto hai a anche fare. Se è un capo strutturato, in maglia oppure colorato, fa differenza.
Leggi sempre l’etichetta, se presente, e se non sei sicura fai una prova su una piccola parte nascosta per vedere come reagisce il tessuto.
Assicurati di avere in casa sapone di Marsiglia e aceto, e una protezione per il ferro da stiro.
Sii delicata e paziente, se sono vintage pensa a quanto tempo sono stati in giro prima di finire nel tuo armadio e trattali con rispetto, possono durare per sempre, o quasi.


A presto,
Sara

Ps: se ti chiedi come smacchiare i tuoi capi, troverai alcuni consigli nella prossima lettera.